venerdì 9 novembre 2018

Me fanne male 'e cianche

Me fanne male 'e cianche


Lo buon maestro ancor de la sua anca 
non mi dipuose, sì mi giunse al rotto 
di quel che si piangeva con la zanca.    



In Inferno XIX, 43-45, scrive di un dannato che si lamenta con "la zanca" ovvero con le sue gambe. Vocabolo di origine iraniana, che approda nelle lingue neolatine tramite i contatti commerciali con la Persia, permane ancora oggi nella lingua napoletana col significato di "fianco", espansione metonimica che indica un dolore addominale, spesso causato da grasse risate




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Cari lettori, 'O napulitano, il (ragazzo) napoletano, è un blog fondato nel 2015, e che a fasi alterne è attivo ancora oggi. Esso nasce dalla curiosità e dall'amore nei confronti del proprio dialetto. Senza alcuna pretesa 'didattica' in questo spazio si riportano i ragionamenti sulle espressioni più curiose che capitano all'orecchio del fondatore o dei suoi amici. A questi sono affiancati, di tanto in tanto, post con testi poetici, osservazioni sulla lingua scritta, e indicazioni sulla corretta scrittura, tutto ovviamente ancora lungo la linea del buon napoletano.  

Per qualunque tipo di segnalazione o commento, oltre allo spazio lasciato qui sotto, potete scrivere a: perrone.anto@hotmail.com, o cercare su Facebook Antonio Perrone; è infatti possibile pubblicare post e approfondimenti a nome di altri, utilizzando questo blog come un luogo di condivisione pubblica. 

Vi ringrazio per la vostra attenzione e per il vostro sostegno. 

AP



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