Me fanne male 'e cianche
Lo buon maestro ancor de la sua ancanon mi dipuose, sì mi giunse al rottodi quel che si piangeva con la zanca.
In Inferno XIX, 43-45, scrive di un dannato che si lamenta con "la zanca" ovvero con le sue gambe. Vocabolo di origine iraniana, che approda nelle lingue neolatine tramite i contatti commerciali con la Persia, permane ancora oggi nella lingua napoletana col significato di "fianco", espansione metonimica che indica un dolore addominale, spesso causato da grasse risate.
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Cari lettori, 'O napulitano, il (ragazzo) napoletano, è un blog fondato nel 2015, e che a fasi alterne è attivo ancora oggi. Esso nasce dalla curiosità e dall'amore nei confronti del proprio dialetto. Senza alcuna pretesa 'didattica' in questo spazio si riportano i ragionamenti sulle espressioni più curiose che capitano all'orecchio del fondatore o dei suoi amici. A questi sono affiancati, di tanto in tanto, post con testi poetici, osservazioni sulla lingua scritta, e indicazioni sulla corretta scrittura, tutto ovviamente ancora lungo la linea del buon napoletano.
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AP
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